A Livorno, il capolinea della strada ferrata era costituito dalla stazione di San Marco, dal nome della omonima porta della cinta daziaria terminata nel 1840.
In origine era una struttura molto semplice, improntata alla massima economicità. Significativo risulta in proposito il parere degli ingegneri livornesi Olinto Paradossi e Giuseppe Cappellini, i quali, in aperta polemica con Hoppner si espressero sarcasticamente così: "... certo che le stazioni della via Leopolda architettate dall'Hoppner nulla hanno di inutile, componendosi esse di una capanna, di un luogo comodo, e di un armadio".
La biglietteria della stazione di Livorno si trovava nella zona di levante; da qui si accedeva ai marciapiedi, con eleganti doppie tettoie. Scrive Pietro Volpi in una guida del 1846: "sotto la seconda tettoia s'introducono all'arrivo i convogli che pervengono da Pisa e quivi nella parte opposta scendono i viandanti, e sortono dal cancello di ferro di facciata".
Un disegno a penna pubblicato nel 1892 nel "Diario Livornese" di Pietro Martini, mostra una tettoia, caratterizzata da grandi arcate, emergere sopra alle mura cittadine durante l'assedio austriaco del 1849.
In ogni caso, la stazione fu completamente rifatta e ingrandita, su disegno dell'ingegner Giuseppe Dainelli, negli anni ottanta dell'Ottocento. Ai decori degli ambienti interni presero parte Ernesto Bellandi (lo stesso che alcuni anni dopo lavorerà alle maioliche delle terme del Corallo) e l'intagliatore Francesco Morini.
L'ingresso principale fu portato a ovest, verso il sobborgo di Torretta; l'uscita, invece, affacciava sul lato opposto, in una piazza dove stavano gli omnibus dei principali alberghi e le vetture comunali.
La struttura, costituita da tre corpi di fabbrica disposti attorno ai binari di arrivo e di partenza, era caratterizzata da una grande volta metallica che richiamava alla mente gli impianti ferroviari delle grandi città europee; la volta, realizzata dalla ditta Badoni di Lecco ed elemento di spicco dell'intera costruzione, fu tuttavia smantellata all'epoca della seconda guerra mondiale per recuperare il metallo necessario agli armamenti.
Lo scalo rimase attivo per il traffico passeggeri fino al 1910, quando fu sostituito dalla stazione di Livorno Centrale; dopo di allora fu utilizzato come scalo merci e, fino alla seconda metà degli anni trenta, fu impiegato occasionalmente per treni passeggeri destinati al servizio bagnanti. Nel 1994 la stazione perse la gestione merci, per poi essere definitivamente dismessa nel corso degli primi anni del Duemila.
La stazione di Livorno San Marco versa da tempo in condizioni di estremo degrado. A quando un recupero, magari con l'istituzione di un museo ferroviario o dei trasporti che celebri degnamente l'importanza di questo monumento?